“L’Italia attraverso la lente Magnum. Da Robert Capa a Paolo Pellegrin”.
Più di 200 foto raccontano la storia, gli usi e i costumi dell’Italia dal dopoguerra ad oggi. Venti fotografi della rinomata agenzia Magnum Photos hanno scelto degli italiani per le loro storie. Henri Cartier-Bresson e il suo viaggio in Italia negli anni 30. Robert Capa e l’Italia in rovina dopo la guerra. David Seymour e i turisti che tornano a Roma nel 1947 per vedere la Cappella Sistina. Anche Elliott Erwitt, René Burry, Herbert List, Thomas Hoepker, Bruno Barby, Erich Lessing, Leonard Fried, Peter Marlow e altri.
Una straordinaria carrellata di oltre duecento fotografie che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese dal dopoguerra a oggi. Venti autori dell’agenzia Magnum Photos, la più importante al mondo, scelti per raccontare grandi e piccole storie, personaggi e luoghi dell’Italia degli ultimi settant’anni, in un affascinante intreccio di immagini note e altre meno che compongono il tessuto sociale e visivo del nostro paese.
Dal dopoguerra ai giorni nostri
Introdotta da un omaggio a Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta, la mostra inizia con due serie sensazionali, una di Robert Capa, dedicata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che mostra un paese in rovina, distrutto da cinque anni di conflitto, e una di David Seymour, che nel 1947 riporta invece i turisti a visitare la Cappella Sistina: l’eterna bellezza dell’arte italiana che appare come il segno della rinascita di un’intera nazione.
Il percorso espositivo, diviso per decenni, si snoda attraverso le fotografie di Elliott Erwitt, René Burri e Herbert List che rappresentano gli anni ’50 con le contraddizioni di Roma, gli esordi di Cinecittà e la mostra di Picasso a Milano e prosegue con tre figure forse meno note al grande pubblico ma peculiari della storia della Magnum: Thomas Hoepker che immortala il trionfo di Cassius Clay (poi Mohamed Ali) alle Olimpiadi di Roma del 1960, Bruno Barbey che documenta i funerali di Togliatti ed Erich Lessing con un reportage direttamente ai tempi del boom economico con una retata sulla spiaggia di Cesenatico.
Ferdinando Scianna e le feste religiose in Sicilia, Raymond Depardon con la sua struggente serie sui manicomi, realizzata poco prima della legge Basaglia, e Leonard Freed con i suoi scatti sul referendum sul divorzio, non potevano mancare per gli anni Settanta in questo grande racconto per immagini. E poi gli anni Ottanta con Martin Parr e Patrick Zachmann, gli anni Novanta e Duemila con le discoteche romagnole di Alex Majoli, il reportage di guerra di Peter Marlow nella ex Jugoslavia e il G8 di Genova nelle fotografie di Thomas Dworzak.
L’ultimo pezzo dei primi decenni del 2000 è di Paolo Pellegrin con le immagini della folla assiepata in Piazza San Pietro nella veglia per la morte di Papa Giovanni Paolo II e con quelle di un’altra folla, quella dei migranti su un barcone, tragico segnale di attualità.
Inoltre, una straordinaria sequenza di immagini di Mark Power dedicate ai luoghi simbolo della cultura italiana: da Piazza San Marco al Palazzo Ducale di Genova, al cretto di Gibellina, capolavori dell’architettura e dell’ingegno italiano che diventano a loro volta soggetti di autentici capolavori fotografici.
Un ritratto dell’Italia e della storia della fotografia
Dal punto d’incontro tra l’anima artistica e il reportage della fotografia della prima metà del Novecento – che coincide con la nascita di Magnum Photos – inizia un percorso che non solo consegna alla memoria un ritratto sfaccettato dell’Italia e dell’italianità, ma che ci parla di un capitolo decisivo della storia della fotografia stessa. Questo viaggio attraverso piccoli e grandi eventi, momenti specifici o contingenti, è un tentativo di fare ordine, anche se parziale, nella nostra memoria; di rileggere il passato e il presente per cercare di interpretare la complessa fisionomia della contemporaneità.
Palazzo Ducale (Genova), fino al 10 ottobre